09 dicembre 2012

EROTISMO. L’inventore di Cicciolina aveva un’anima a suo modo “naturista”.

cicciolina con corona fiori Eros e thanatos oppure eros e zoé (o bios)? Insomma, erotismo come morte o come vita? Interrogativo attuale oggi che è scomparso il fotografo e impresario Riccardo Schicchi, inventore dei personaggi “Cicciolina” (Ilona Staller), Moana Pozzi e altri, e non solo produttore, ma addirittura teorico, filosofo dello spettacolo erotico nella bigotta Italia. Non c’è dubbio che per lui non solo l’eros era vita, ma il porno oltre che liberatorio era educativo, pedagogico! Altro che morte. Eppure, le definizioni che leggo sulle cronache sono inadeguate.

In un mondo che, non solo per l’ipocrisia e innaturalità del Cattolicesimo, inquinato dalla pedofilia e ossessionato dalla sessualità – perciò produttore di una sessualità morbosa, contorta e depravata proprio perché negata – ma anche a causa delle nevrosi non risolte di molti sedicenti intellettuali “laicisti e progressisti”, ha patologicamente mescolato il sesso alla morte, dandoci solo il volto nero, aggressivo e violento dell’amore, l’eterno adolescente Schicchi, sempre sorridendo, sempre da eterno ventenne, con quella faccia da ragazzino di buona famiglia, seppe inventare una sessualità naturale, esibita, esplicita, spettacolare, comunicativa, simbolica, allegorica, anche commerciale, certo (per lui era passione e professione), ma in fondo solare, ottimistica, giovanile, naturista, e perciò paradossalmente ingenua, casta, pulita, onesta. Perché vera.

Ilona Staller lolita con 2 ramarri (picc)In un’Italia arretrata e provinciale, Schicchi ebbe il merito “sociale” di aver normalizzato e reso almeno accettabile, se non “per bene”, prima l’erotismo spinto e il nudo erotico (il primo seno nudo femminile trasmesso dalla Rai-tv fu quello della Staller, come anche il primo nudo integrale in una discoteca), e poi la cosiddetta “pornografia” (fumetti, film, riviste, nastri, video). Fondò anche, con la Staller, una fortunata agenzia di modelle e attrici specializzate in ruoli erotici: Diva Futura.

Era tale il potenziale sociale e politico da lui attribuito all’Eros che un’idea ricorrente di Schicchi era far partecipare le sue porno-stars alle elezioni. Il meglio lo ha ottenuto dalla Staller, la più intelligente e duttile delle sue creature. Ricordiamo il Partito del Sole, del 1979 (memorabile la sfilata su una tipica carrozzella romana addobbata di fiori di Ilona Staller vestita di tulle e pizzo di Sangallo, nel bel mezzo di Campo de’ Fiori affollato per il mercato), la partecipazione nel 1981 a un grande comizio in piazza del Pantheon (mai più così affollata) per le Comunali di Roma, in appoggio ai candidati ambientalisti indipendenti Nicola Caracciolo, Nico Valerio e Angelo Quattrocchi. Infine l’adesione al Partito Radicale che portò la Staller nel 1987 addirittura sullo scranno della Camera dei Deputati con 20 mila preferenze, seconda solo a Pannella. La liberazione sessuale non poteva che trovare ascolto nel partito di tutte le liberazioni, di tutte le minoranze. E già, perché sia per Schicchi sia per Ilona la libertà sessuale, l’Eros e il Pornos, erano, sono una “rivoluzione politica”. Potremmo sorridere, ma il “Cogito, ergo sum” di Cartesio, grazie alla sessualità libera e senza infingimenti vista come una forma piena e non alienata di razionalità, diventava “Coito, ergo sum”. In questo, dunque, Schicchi era a suo modo un teorico, un “filosofo”, un “politico”, non una banale pornòmane o affarista del sesso o addirittura “sfruttatore della prostituzione”, come qualche Procura provò a insinuare. Insomma, visto col senno di poi, i suoi spettacoli a pagamento erano infinitamente meno pornografici di quelli offerti gratis da molti politici, amministratori e imprenditori di casa nostra, meno pornografico della Chiesa corrotta, meno pornografico perfino dell’uomo e della donna comuni, cittadini d’un Paese clericale e sessualmente represso.

Ilona Staller giovane e Riccardo SchicchiIn tal modo, rivoluzionando stereotipi colti e costume popolare venne fuori l’inedito personaggio nello stesso tempo sessuale e infantile della “porno-bambina” Ilona Staller, l’unica vera Lolita italiana, che nella sua popolare trasmissione di Radio Luna (“Voulez-vous coucher avec moi?”, cioè “Vuole fare l’amore con me?”) chiamava i suoi ascoltatori, “Cicciolini”, dal vezzo tipicamente Centro-italiano di dire affettuosamente e come apposizione protettiva “cicciolo” o “cicciolino” ai bambini (“ciccio” nelle piante è il giovanissimo germoglio), e quindi agli amanti, da sempre equiparati ai bambini. E i suoi fans erano maschi ma anche femmine, perché le ragazze hanno sempre voluto molto bene a Ilona, perché così semplice, naturale, infantile e “ingenua” non la vedevano come aggressiva concorrente, ma vi si specchiavano. E’ così che intendevano la loro sessualità: soft anche quando era hard. Perciò, alla fine fu lei la Cicciolina per antonomasia.

Schicchi ebbe il merito di fare di Cicciolina, che fino ad allora nessuno aveva visto, ma solo ascoltato per radio, un personaggio vero, reale, in carne e ossa. Nel fece la donna-mito degli Italiani. E Ilona è stata così brava da farsi dirigere alla perfezione. Del resto è stata donna e attrice intelligente come poche, tanto difficile era tenere così a lungo le redini a quel personaggio sempre in bilico tra poesia e iperrealismo. Così come intelligente psicologo era lo stesso talent-scout Schicchi.

E in tempi in cui tutti recitano malissimo la propria parte, a cominciare da donne e uomini “seri e perbene”, specialmente i più “moralisti” e perfino ecclesiastici, poi sorpresi dalla Polizia a braghe abbassate negli angoli bui di giardini e viali di periferia accompagnati a ceffi di dubbia reputazione, la Staller, ben indirizzata da Schicchi, ha avuto il merito – addirittura didascalico e pedagogico – di interpretare a lungo e bene un’Eva primigenia e naïve, infantile e rassicurante, simpatica e tentatrice, spesso addirittura umoristica, sempre innocua, comunque grande forza della Natura, capace di esporre e usare il proprio corpo eternamente adolescenziale alla luce del sole (fosse pure quella degli spot degli studi fotografici), senza doppiezze e ambiguità, “naturale” non solo nel dettaglio anatomico così esplicito alle volte da sfiorare la neutralità, la castità scientifica, ma anche perché psicologicamente incapace di peccare non conoscendo il Peccato, ovvero la malizia contorta e ipocrita delle beghine, dei perbenisti dalle due facce, dei religionari dalla doppia morale.

IMMAGINI. 1. Ilona Staller nel personaggio di Cicciolina con la tipica coroncina di fiori. 2. Ilona ingenua e maliziosa come Lolita, a suo agio nella Natura: con due ramarri. 3. Riccardo Schicchi con Ilona giovane ai tempi eroici di Radio Luna.

JAZZ. Il trombettista cool Chet Baker quando davvero suonava la tromba in modo entusiasmante, cioè nei primi anni 50, con un suo quartetto di cui facevano parte Russ Freeman (piano), Carson Smith (bass) e Bob Neal (drums). Ecco 5 bellissime interpretazioni caratterizzate dal suo inimitabile solismo improvvisativo: A Dandy Line, Carson City Stage, Out of Nowhere, Maid in Mexico, Isn't It Romantic? (del 1953 e 1954).

AGGIORNATO AL 15 APRILE 2013

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