15 aprile 2017

VEGETARISMO. Non cambia il Mondo ma se stessi. Non-violenti solo a tavola?

E' da decenni, da quando divenni vegetariano, giovanissimo, il fatidico primo gennaio 1970 (quindi molto prima che pubblicassi per gli Oscar Mondadori L'Alimentazione Naturale, I ed, nel giugno 1980, e poi Il Piatto Verde sul vegetarismo, I ed., nel 1987), che conduco la mia campagna a favore del recupero da parte di tutti noi vegetariani del senso dell’umorismo, dell’autoironia, del relativismo laicista e liberale, dei limite della storia, della psicologia, della biologia. Con tanto di rispetto per chi “sbaglia”. Anche perché mangiare carne è certamente una violenza; ma di violenze analoghe, se non peggiori, è imbevuta tutta la nostra vita, non solo a tavola. Del resto il carnivoro è convinto – e a ragione, dal suo punto di vista – che sbagliamo noi, e che siamo noi invece a fargli violenza psicologica.
      “Sbagliare”, “errore”, “violenza”? Ahi, ahi, siamo ancora a queste parole fanatiche e fondamentaliste, che dico, "clerico-fasciste"? Chi giudica chi? Forse chi vorrebbe incarcerare o uccidere i... macellai? (slogan ascoltato e letto più volte in cortei vegan e blog).
      Noi non siamo e non dobbiamo essere né una setta religiosa di fanatici, né una moderata e opportunista Chiesa cattolica. La quale solo ora parla in modo ipocrita, populista e demagogico di “risparmiare gli agnelli a Pasqua”, per accattare qualche fedele ignorante, ora che le chiese sono vuote e la Chiesa rischia di diventare solo un movimento di opinione mainstream, una Onlus, oltretutto a nostro totale carico finanziario. “Piazze piene, chiese vuote”, ma borsellino pieno.
      E in passato, per 2000 anni? Quando aveva il potere temporale, neanche nei conventi la Chiesa ha mai escluso la carne; anzi ha colpito duramente le regole monastiche vegetariane, accusate perfino di cripto-eresia (cfr. M.Montanari, L’Alimentazione nel Medio Evo, cit. a mem.), tanto che alcuni teologi sostenevano che “gli animali ambiscono a essere divorati da quelle anime pie dei preti, anziché dal popolaccio volgare” (N.Valerio, Il Piatto Verde, cit. a mem.).
      Non-violenti? Come no; ma solo a tavola? Non è un po’ pochino? A parte quelli, tanti, che per ignoranza della scienza, cioè conoscenza, anche a tavola fanno violenza a se stessi? E i colleghi di lavoro, i condòmini, i vicini di casa, la famiglia, i parenti, Internet, Facebook, gli sconosciuti, gli altri automobilisti, la società? Valgono meno dell’alternativa bistecca-tofu? È sotto gli occhi di tutti l’aggressività, la violenza che spira da questi luoghi: nessuna differenza tra veg o non-veg.
      Del resto, se neanche preti, monache, pastori, rabbini e imam sono di per sé i più buoni e onesti degli uomini (lo dicono loro stessi), come potremmo esserlo noi vegetariani in quanto tali?
      Anzi, c'è chi accusa - e certi fatti sembrano dargli ragione - non pochi vegetariani, p.es. alcuni vegan, di essere più irosi e aggressivi dei non-vegetariani. Una contraddizione bella e buona con l'asserita non-violenza, che deve essere anche e prima di tutto verbale. Non è che con le diete auto-prescritte c’è carenza di vitamine del gruppo B, potenti regolatrici dell’equilibrio neurologico?
      E poi dovremmo renderci conto che la vita sulla Terra, compresa quella dell'Uomo, non è naturalmente non-violenta. La vita, anzi, nasce dalla morte. Esistono migliaia di piccoli e grandi atti di violenza ineliminabili o addirittura necessari alla nostra vita. Già soltanto respirando, mangiando anche solo vegetali, digerendo, curandoci con farmaci e camminando, uccidiamo migliaia di vite (insetti, batteri, virus).
      L'alimentazione, perciò, non è l'unico, e neanche forse il miglior campo in cui sperimentare la non-violenza: perché più di tanto non si può fare a tavola, esistendo invalicabili, essenziali, esigenze biologiche del corpo umano.
      E tanto più oggi che sappiamo tante cose di scienza (ma già nei tempi antichi i medici ippocratici e naturisti ne erano convinti) il vegetarismo ha importantissimi effetti sul corpo umano e la salute. Insomma, l'etica, la filosofia, la non-violenza universale, non sono l'unica motivazione del vegetarismo.
     Sarò paradossale e anti-massa, come al solito (ma mi dà ragione il nostro G.B. Shaw, un altro veg che “non sembrava veg”, tanto era anticonformista); ma se conquistassimo tutti noi che cianciamo abusivamente di “superiorità morale” l’umorismo e la tolleranza, e se studiassimo un po’ di più, ecco che davvero avremmo dimostrato la presenza nel nostro corpo di quello speciale misterioso "marcatore" che rivela insieme intelligenza e moralità.
      Non basta una dieta, anche se sostenuta da tutte le idee più sublimi in fatto di etica, per auto-definirsi "più onesti", "migliori" degli altri. Diete e idee si copiano facilmente. Contano, invece, i comportamenti, anche minuti, i fatti e le opere della nostra vita quotidiana.
      E allora? Il vegetarismo è una scelta individuale nobile e valida, se scientificamente sostenibile da quella singola persona. Ma non si presta alla propaganda, al "furto delle anime" in cui sono bravi i missionari cattolici, alle vanterie statistiche, tanto meno alla economia e alla politica: tutte attività che hanno sempre un fondo di seduzione corriva, di prescrittività autoritaria "per gli altri", considerati colpevoli di tutti i mali del Mondo, di violenza psicologica. Col vegetarismo non si cambia il Mondo, ma, forse, nei casi migliori, si dimostra a se stessi di essere un poco, solo un poco, già cambiati.

AGGIORNATO IL 10 LUGLIO 2017

7 Comments:

Anonymous Tatiana said...

Bravo! Era ora che qualcuno dicesse queste verità. Grazie.

16 aprile 2017 alle ore 18:08  
Anonymous Il farmacista di Bomarzo said...

Un ragionamento razionale. Lo farò leggere a mia figlia vegan.

16 aprile 2017 alle ore 18:11  
Anonymous Mary the Red said...

Grazie.

16 aprile 2017 alle ore 23:27  
Anonymous Anonimo said...

Condivido pienamente!
p.s. la seguivo sul blog "lacto ovo-vegetarian" adesso c'è alimentazione naturale? è stato sostituito? un'ultima cosa ma ristamperà i suoi libri? grazie

10 luglio 2017 alle ore 10:27  
Blogger Nico Valerio said...

Il Blog Alimentazione Naturale, come può vedere da Google , c'è tuttora, anzi è stato aperto prima di quello vegetariano. Nella revisione totale del manuale incontro enormi difficoltà e lentezze (dati mancanti o contraddittori ecc). E poi mi sono messo in testa di provare tutto con studi in modo da non poter essere criticato da nessuno. Quindi il Manuale raddoppia o triplica di volume (le citazioni degli studi). Sto pensando di farlo uscire in 2 volumi per i professionisti e studiosi, e in un solo volume di 1000 pag (senza note) per la gente comune.

10 luglio 2017 alle ore 11:26  
Blogger Neo said...

Ottimo articolo come sempre!!
A quando l uscita del volume da 1000 pagine?? Lo attendo con ansia!

8 settembre 2017 alle ore 07:53  
Blogger Nico Valerio said...

Grazie, ma lo studio sugli studi è lungo. Le voci sono almeno triple o quadruple della vecchia ed. se devo citare studi e riferimenti. Es: ho finito ieri la voce "Lattuga" che nel volumone del 1992-2000 aveva poche righe. Ora ha sviluppato 3 pagine. Vedrò di inventarmi un metodo per sintetizzare (2 voll per i pochi superesperti e 1 per gli altri)

9 settembre 2017 alle ore 18:26  

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